Prima casa e termine biennale per la rivendita: il Fisco sul credito d’imposta

L’Agenzia delle Entrate chiarisce il diritto al credito d’imposta prima casa dopo la proroga a due anni per la rivendita dell’immobile preposseduto

di Redazione tecnica - 11/09/2025

Chi può realmente beneficiare del credito d’imposta nel caso di riacquisto della prima casa? La recente estensione a due anni del termine per rivendere l’immobile preposseduto incide sulle modalità di calcolo e utilizzo del credito? E, soprattutto, cosa accade quando la precedente abitazione è in comproprietà con altri soggetti, come nel caso di un figlio minore?

Prima casa, vendita e riacquisto: il Fisco sul calcolo del credito d’imposta

Sono questi i temi su cui ruota la risposta dell’Agenzia delle Entrate del 10 settembre 2025, n. 238, con cui il Fisco ha fornito interessanti chiarimenti sull’utilizzo del credito d’imposta per il riacquisto della prima casa, con particolare riguardo alla recente modifica normativa introdotta dalla legge di Bilancio 2025.

La legge n. 207/2024, all’art. 1, comma 116, ha infatti esteso a due anni il termine per alienare l’immobile agevolato preposseduto, intervenendo sul comma 4-bis della Nota II-bis dell’articolo 1 della Tariffa, parte prima, allegata al D.P.R. 131 del 1986.

Vediamo concretamente cosa può comportare tale modifica in termini di requisiti temporali e criteri di calcolo del credito.

Il quesito dell’Istante

L’Istante aveva acquistato nel 2003, insieme al futuro coniuge, un’abitazione con i benefici “prima casa”, versando complessivamente 1.000 euro di imposta di registro. Alla morte del coniuge era subentrato nella quota ereditaria, giungendo a detenere il 75% della proprietà, mentre il restante 25% era spettato al figlio minorenne, a carico.

Nel 2024, l’Istante ha acquistato una nuova abitazione con IVA al 4%, dichiarando l’impegno a vendere l’immobile preposseduto. Grazie alla modifica introdotta dalla legge di Bilancio 2025, il termine per l’alienazione è stato portato da uno a due anni, con scadenza nel 2026.

Da qui il quesito: può recuperare, nella dichiarazione dei redditi 2025 (anno d’imposta 2024), l’intero credito d’imposta di 1.000 euro, comprensivo anche della quota del figlio?

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