Riforma autorizzazione paesaggistica: ANCI sul DDL

Proposte, modifiche e punti critici del ddl di delega al Governo per la revisione del d.Lgs. n. 42/2004 in materia di procedure di autrizzazione paesaggistica

di Redazione tecnica - 17/04/2025

Rimuovere i principali ostacoli alla tempestiva autorizzazione degli interventi edilizi in aree vincolate e garantire la tutela del paesaggio senza paralizzare la programmazione urbana: l’audizione dell’ANCI presso le Commissioni riunite Cultura e Ambiente al Senato, sul DDL AS 1372, recante “Delega al Governo per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica" rilancia un’agenda pragmatica di semplificazione e responsabilizzazione degli enti locali.

DDL riforma autorizzazione paesaggistica: l'audizione di ANCE

L’Associazione ha accolto con favore l’iniziativa legislativa rappresentata dal disegno di legge, che punta a una revisione strutturale delle procedure di autorizzazione paesaggistica.

Dopo anni di modifiche frammentarie al d.Lgs. n. 42/2004 (Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio) e al d.P.R. n. 31/2017, il testo si propone di riportare ordine in una materia ad alta complessità tecnico-amministrativa, ritenuta una delle principali fonti di rallentamento delle iniziative edilizie comunali nei procedimenti in aree vincolate.

Dal punto di vista operativo, la lunghezza e l’incertezza dei procedimenti incidono direttamente:

  • sulla programmazione finanziaria privata e pubblica;
  • sull’attuazione di interventi strategici come quelli PNRR;
  • sulla competitività del sistema paese.

Nel corso dell’audizione, ANCI ha evidenziato diversi punti problematici, proponendo correttivi mirati e interventi sistemici.

Tra i principali:

  • l’applicazione inefficace del silenzio assenso per le autorizzazioni ordinarie, che oggi è previsto in maniera poco chiara e senza effetto sull’inefficacia dei pareri tardivi;
  • la mancata integrazione tra disciplina paesaggistica e normativa edilizia, aggravata dalla recente evoluzione del “Salva Casa” e del d.P.R. n. 380/2001;
  • l’inadeguata digitalizzazione dei procedimenti, con grave disomogeneità territoriale;
  • la duplicazione dei pareri nei casi in cui siano già stati acquisiti in fase di pianificazione attuativa;
  • la scarsa predeterminazione dei criteri di compatibilità, che lascia troppo spazio alla valutazione soggettiva.

Vediamo nel dettaglio le proposte presentate dall'Associazione.

Le proposte di ANCI

Numerose le proposte avanzate dai Comuni, anche con una revisione dell'attuale impianto del DDL, con alcuni aggiustamenti sulle disposizioni in esame.

Tra le modifiche richieste in fase di audizione:

  • riformulare il silenzio assenso nella procedura ordinaria di autorizzazione paesaggistica, per garantire certezza all’intero procedimento;
  • introdurre il principio per cui ove gli atti regolamentari siano adottati dai Comuni di concerto con le competenti Soprintendenze, i singoli interventi edilizi proposti dal privato, purché conformi alle previsioni regolamentari, sono esenti dall’autorizzazione paesaggistica;
  • superare le sequenze istruttorie attualmente previste per il rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, prevedendo che il Soprintendente effettui le proprie verifiche sulla proposta progettuale contestualmente alla Regione/altro Ente delegato;
  • inserire tra i criteri di delega un principio che renda vincolante la piena digitalizzazione della procedura e la conseguente trasmissione telematica degli atti in ogni fase del procedimento;
  • razionalizzare il giudizio di compatibilità paesaggistica, stabilendo dei criteri che lascino il minor margine possibile alla valutazione estetica e alla decisionalità soggettiva, rendendo i provvedimenti motivati e ripetibili;
  • prevedere procedure omogenee nell’intero territorio nazionale secondo principi di massima semplificazione della documentazione da presentare con l’istanza e della relativa Modulistica da adottarsi con atti di Conferenza Unificata;
  • escludere l’autorizzazione paesaggistica in caso di piani attuativi in cui le Sovrintendenze abbiano già espresso il loro parere e gli interventi edilizi siano conformi a tali piani;
  • allineare i termini di efficacia delle autorizzazioni con i titoli edilizi.

Si conferma così quanto già era stato richiesto da altri stakeholders nel corso delle audizioni, ovvero un cambio di passo nella disciplina dell’autorizzazione paesaggistica, ponendo fine alla farraginosità delle procedure, all’eccessiva durata dei procedimenti e alla frammentazione tra livelli amministrativi, anche questa causa di ritardi e inefficienze.

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