Piscina in area vincolata: pertinenza o nuova costruzione?
Il TAR Campania sulla qualificazione di una piscina in area sottoposta a vincolo: se fattibile, è sempre necessaria l'autorizzazione paesaggistica
Il tema della qualificazione urbanistica delle piscine continua a tenere banco nelle aule della giustizia amministrativa. Che si tratti di interrati fissi o di vasche stagionali e smontabili, la giurisprudenza è chiara su un punto: non tutte le piscine sono pertinenze, e non tutte rientrano nell’edilizia libera. Uno degli elementi discriminanti è sicuramente l’impatto sul territorio e, soprattutto, la presenza di vincoli paesaggistici.
Recentemente, il CGARS aveva suggerito di utilizzare le dimensioni dell’intervento come parametro guida, con riferimento alla funzione accessoria e alla proporzione rispetto all’edificio principale. E sempre poco tempo fa, il TAR Toscana ha escluso la pertinenzialità di una vasca idromassaggio in area vincolata, destinata a un agriturismo.
Anche il TAR Campania, con la sentenza del 12 febbraio 2025, n. 276, prende posizione su un caso simile, chiarendo che se una piscina interrata rappresenti un intervento di lieve entità, se collocata in un contesto soggetto a vincolo.
Piscina interrata in area vincolata: come qualificare l'intervento?
Il ricorso riguardava il diniego espresso dalla Soprintendenza rispetto a due soluzioni proposte da un privato per una casa vacanze:
- una piscina interrata di 24 mq, su terrazzamento di 75 mq, profonda da 1 a 2 metri;
- una piscina stagionale prefabbricata, smontabile.
L’area è interessata da vincolo paesaggistico ex D.M. 23 gennaio 1954 e ricade nella zona 2 del Piano Urbanistico Territoriale (PUT), dove sono consentiti soltanto interventi di manutenzione ordinaria e consolidamento statico.
La Soprintendenza ha negato l’autorizzazione per la soluzione interrata, senza esprimersi sull’opzione prefabbricata.
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